Condividiamo l’esperienza del pellegrinaggio con l’UNITALSI fatta in questa estate perché possa essere uno spunto a fare quella goccia di bene in questo periodo di preparazione al Natale.
Pellegrinaggio U.N.I.T.A.L.S.I Agosto 2017, Collevalenza
Alla fine di una giornata passata in mezzo a volontari UNITALSI e pellegrini malati e infermi, ho un sorriso in faccia e penso a quante volte ci scoraggiamo a causa dei media e di ciò che vediamo succedere nel mondo. Ci domandiamo spesso che fine faremo se continuiamo così, ascoltiamo persone decantare l’importanza di pensare solo a se stessi perché ormai tutti fanno così e perché il mondo è del più forte. Io conosco un’altra umanità: il disabile che sorride alla vita, il volontario che si spende e spende tempo, direi meglio investe tempo, per strappare quello stesso sorriso, il barelliere che si veste da pagliaccio perché così fa ridere i pellegrini; la suora che racconta del suo centro di accoglienza per bambini con grosse difficoltà e soli, che si preoccupa di incoraggiare le giovani mamme in attesa di un figlio problematico a non mollare mentre dà speranza a genitori combattuti se tenere o meno un bambino la cui vita era stata definita da stroncare sul nascere. Mi viene in mente quel prete che silenziosamente accudisce un fratello proprio come un padre farebbe con il proprio figlio oppure quel medico e quell’infermiera che si prodigano per il pellegrino sapendo che è il tempio dello Spirito Santo. Sì, il mondo è senz’altro pieno di egoisti o malfattori ma è molto più ricco di benefattori, di santi uomini e donne che piacciono a Dio e allora basta pensare che siamo una razza senza speranza; io sorrido perché se cerco bene noto intorno a me persone che amano il prossimo come se stesse. Il mondo sa essere un posto magnifico in mani magnifiche, basta volerlo.
Luca Sanchioni