
Gesù mio,
io credo che sei realmente presente
nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa
e ti desidero nell’ anima mia.
Poiché ora non posso riceverti
sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente
nel mio cuore.
Come già venuto,
io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai
a separare da te.
Con queste parole o con altre simili potete fare la Comunione spirituale, una pratica che, a causa della frequente possibilità che abbiamo di ricevere in maniera sacramentale il Signore, abbiamo dimenticato, ma che in questi giorni possiamo riscoprire.
La Comunione sacramentale è quella che riceviamo assumendo e consumando materialmente il Pane eucaristico, fonte di Grazia incalcolabile per la nostra vita.
Permettete una riflessione: a volte le nostre Comunioni portano così poco frutto di santità nella nostra vita, perché riceviamo il Cristo solo materialmente, senza le necessarie preparazione, desiderio, e fede.
La Comunione spirituale è quella che siamo invitati a fare allorché non possiamo materialmente ricevere la Comunione, come in questi giorni, ma lo desideriamo molto. E il desiderio è una fame, è la bocca del cuore che si spalanca. Gesù non si nega al desiderio del nostro amore e ci concede il dono della sua presenza con tutti i frutti che comporta. A questo proposito è bello ricordare la promessa poco conosciuta di Gesù durante l’ultima cena: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” (Gv 14,23)
Possiamo ogni giorno e più volte al giorno fare la comunione spirituale, possiamo anche visitare spiritualmente, con la mente ed il cuore, i Tabernacoli delle nostre chiese e sostare in dolce preghiera alla presenza di Cristo; il Tabernacolo fra le nostre case è sempre un faro di consolazione e di grazia, anche se fisicamente non lo possiamo raggiungere.
Don Emanuele, parroco.