
L’aurora inonda il cielo
di una festa di luce,
e riveste la terra
di meraviglia nuova.
Fugge l’ansia dai cuori,
s’accende la speranza
emerge sopra il caos
un’iride di pace.
Carissimi, queste due strofe fanno parte di un inno domenicale delle lodi mattutine. Sapete quale è il significato della parola “iride”? cercate nel vocabolario e troverete … arcobaleno.
L’iride è l’arcobaleno; in questi giorni tanti bambini ci fanno coraggio disegnando ed appendendo arcobaleni nelle case, sui balconi e sulle finestre; grazie!
Io non sapendo ancora nulla di questa iniziativa, avevo salutato un gruppo di bambini su Whatsapp proprio con un piccolo arcobaleno… perché ne avevo visto uno vero martedì 3 marzo quando scendevo da via “Le grotte”, guardando dalla parte della Stacciola e ho subito ricordato che l’arcobaleno è un bel simbolo biblico; eravamo all’inizio dell’emergenza, ma ne traevo buon auspicio.
Infatti l’arcobaleno compare sulle nubi del cielo alla fine del diluvio universale, come simbolo di nuova alleanza tra Dio e gli uomini e perciò di pace e di salvezza. Potete leggere il lungo racconto nel diluvio nella Bibbia, nel libro della Genesi, ai capitoli da 6 a 9.
Per 40 giorni le acque sommersero il modo intero… fu la Quaresima-quarantena che tenne tutto il mondo sott’acqua… e poi fu un nuovo inizio, il principio di un’ epoca nuova e di una nuova umanità.
Dunque la narrazione del diluvio non vuole essere un racconto di minaccia, infatti Dio davanti all’arco promette di non voler più distruggere la terra, ma un racconto di speranza: dopo i momenti critici ci sono sempre nuovi inizi, aurore di giorni nuovi. Certo per dare nuovi inizi sono necessarie serie purificazioni del cuore, delle relazioni, delle mentalità, delle scelte fatte; dopo l’emergenza non verranno forse giorni facili, ma lo Spirito Santo, che fa nuove tutte le cose, cerca cuori audaci, e capaci di farsi ispirare dalla fantasia di Dio.
Don Emanuele, parroco