Chiesa del Cimitero

Via Costa
61037 Mondolfo

La Chiesa del Cimitero di Mondolfo: la storia

Non fu certo rapida la decisione sulla località in cui edificare il nuovo cimitero a Mondolfo. Si doveva tener conto dei venti dominanti, della distanza – poi non troppo eccessiva – dalla città, della natura del terreno, degli interessi dei privati che attualmente lo possedevano, sia per disponibilità a cederlo che per il deprezzamento che, pure la zona attorno, avrebbe avuto.

Nel 1817 già si pensava, essendo troppo lontana la zona del vecchio cimitero alla Madonna delle Grotte, di “erigere presso l’esistente Chiesa di S. Pasquale un nuovo cimitero”: non era troppo distante dall’abitato ed il proprietario sembrava disposto a cederlo.

Ma negli anni successivi al 1860, altra località entra in gioco, nei pressi della Fonte. I sostenitori della località S. Pasquale – quella in cui oggi sostanzialmente si trova il cimitero – affermano che ivi è già esistente la Chiesa (di S. Pasquale) e pertanto è possibile risparmiare sulla sua costruzione e che, inoltre, la località la Fonte, oltre non piacere alla gente, comporta il riattivamento di una strada molto rovinata. La zona della Fonte, però, sembra ormai concentrare le attenzioni dei Consiglieri, e si individua la terra dei Fratelli Mei (che alcuni non vorrebbero invece coinvolgere, essendo quel terreno la loro unica fonte di reddito) che viene così scelta quale luogo del cimitero.

Del resto i lavori sembrano oramai imminenti, già il Comune ha comperato dal canonico Don Nicola Mobili ben 80.000 mattoni, provenienti dalla demolita rocca, tanto che i famigli e l’usciere comunale trascorrono ben 11 giorni a registrare la consegna del materiale.

Solo che, la zona prescelta, proprio non piace, e in Consiglio nell’ottobre 1867 se ne lamenta il Consigliere De Smoglian il quale è contrario alla località prescelta per almeno tre ragioni: 1) perché troppo lontana dall’abitato urbano, situata come è quasi ai confini con S. Costanzo; 2) perché il terreno è acquitrinoso; 3) Perché costruendo presso la Madonna delle Grotte si eviterebbe di erigere la chiesa e la casa per il custode già esistenti. Proprio in quella occasione alcuni consiglieri propongono nuovamente per il cimitero “la località Madonna di Loreto in vocabolo S. Pasquale”, fra il terreno dei Mobili e dei signori Doni di Orciano. E, nell’evolversi del dibattito, la scelta S. Pasquale sarà quella che si concretizzerà, essendo preferibile alla Madonna delle Grotte, in quanto la legge vieta che i cimiteri siano esposti a mezzogiorno, dovendo invece essere esposti a nord. Inoltre, la presenza degli oliveti che lo separano dall’abitato, fa si che l’aria trasportata dai venti sia preventivamente purificata.

Il Comune procede pertanto all’alienazione del terreno Mei che aveva già acquistato in zona Fonte nel 1868 ed acquista nel novembre di quello stesso anno il terreno di Aldebrando Doni di Orciano, per mq. 3.024,87 per il valore di 1.005 lire. Il terreno, però risulta da subito insufficiente per le caratteristiche che il cimiero dovrà avere per cui si procede ad acquisire una parte del terreno attiguo di proprietà del Cav. Giraldi nell’aprile del 1869.
Architettura del cimitero e della chiesa

Il Consiglio comunale di Mondolfo, oltre che nella scelta dell’area in cui edificare il campo santo, discusse a lungo pure sulle caratteristiche che il cimitero avrebbe dovuto avere, se, cioè si fosse dovuto realizzare “a sepolcri murati, chiusi da lapidi e contro lapidi” onde evitare il pericolo di esalazioni morbose, ovvero “a filoni”, con il corpo del defunto, cioè, posto direttamente sotto terra, così che la stessa evitasse ogni perniciosa propagazione. C’era poi chi, come Savino De Smoglian, sosteneva una idea mediana, e cioè realizzare il cimitero “a fosse murate aggiungendovi di includere del terreno, per le tumulazioni a filoni, in caso di epidemia”.

Deliberata la realizzazione “a filoni”, furono poi dati alcuni criteri generali dalla Giunta comunale nella seduta del 13 marzo 1869, giusta i quali:

“1) Il muro di cinta del nuovo cimitero, a Nord-Ovest verso Mondolfo, sarà eretto alla distanza di metri 5 dalla strada, per lasciare un largo spazio all’ingresso.

2) Il Campo Santo, all’interno, verrà percorso da quattro stradoni; i due nel mezzo saranno a forma di croce come da disegno Francolini.

3) La Chiesa verrà fabbricata in fondo al cimitero affinché chi entra la veda di fronte.

4) Considerato il numero dei morti annuali, per il periodo di sei anni, l’area necessaria alle tumulazioni ascende a metri 4.015, per cui occorre un rettangolo di terreno lungo metri 75 e largo metri 55”.

Il progetto per la costruzione si basava su di un progetto elaborato “dall’Ingegnere spagnuolo Sig. Frontera, persona di molto merito” che, oltre il muro di cinta, disegna pure la camera mortuaria, la Cappella, l’abitazione per Becchino e, proprio sulla scorta di tale perizia, nel 1868 si va verso l’avvio dei lavori. All’appalto, che nei paesi vicini ha dato discutibili risultati nella costruzione dei cimiteri, il Comune preferisce la trattativa privata “con capomastri muratori locali, con l’aiuto degli altri muratori che troverebbero pane nel proprio paese” e, al fine di aumentare il decoro della costruzione, stabilisce che i capimastri Roscetti e Piccioli possano “coronare i tre lati del muro del Cimitero con pietra del Furlo con un compenso di lire 78,42 per la lunghezza di metri lineari 182”. Non risulta facile trovare chi costruisca il grande cancello di ferro; il fabbro ferraio Bocconi di Senigallia ha declinato l’incarico e, sembrando eccessivamente oneroso altro fabbro certo Gaetano Fischialetti, si decide di cercare un artigiano in Ancona.
La benedizione del Campo Santo e della Chiesa

I lavori al Campo Santo terminano finalmente nel 1871 tanto che, in agosto, è già eseguito il collaudo dall’Ingegnere Ulderico Martini del Genio Civile, concludendo così una vicenda iniziata oltre sessant’anni prima.

Una cosa era certa, era costato ben di più di quelle 6.380 lire che si erano prese in prestito nel 1863 e per cui si era deciso di non intraprendere la costruzione del teatro e dell’ospedale: si era superata la somma di 15.000 lire!

Il 31 ottobre 1871 il Sindaco di Mondolfo si rivolgeva dunque al Vescovo di Senigallia per comunicargli che dal giorno 5 novembre venturo il Cimitero sarebbe stato “compiuto”; “per la qual cosa – vergava il Sindaco al Vescovo – vorrà compiacersi disporre affinché prima che si provveda alle seppellizioni ne segua il rito religioso”. Il 20 dicembre 1871, il Vicario Foraneo di Mondolfo, Canonico Fedeli Spinaci, provvedeva “privatamente [al]la benedizione di questo Cimitero [di Mondolfo], e della Chiesa annessa, coll’assistenza di sette Rev.di Sacerdoti, non avendo prima omesse le dovute indagini sullo stato della Chiesa, delle sue Suppellettili, e del Cimitero, in cui non trov[ò] alcuno ostacolo che avesse potuto impedire tanto la benedizione del Cimitero, che della Chiesa. […] La Sacra Funzione ebbe termine colla s. Messa celebrata dal sig. Can.co Silvestrini”.
(Le notizie sulla Chiesa del Cimitero sono tratte dal volume: A.Berluti, Storia della Sanità a Mondolfo e Marotta, 2006).