Via Padre Moretti
61037 Mondolfo
Che S.Francesco sia passato a Mondolfo? Non possiamo certo escluderlo, sapendo che il Poverello d’Assisi transitò più volte per le Marche tra il 1208 e il 1224. Anzi, possiamo “crederlo con sufficiente certezza, che il santo abbia predicato nell’antichissima pieve di S.Gervasio dei Bulgari e sia poi salito al castello di Monteoffo [come allora si chiamava Mondolfo] per predicare e pregare nella chiesa di S.Michele, l’arcangelo di cui era devotissimo”, così come scriveva alcuni anni or sono p. G.Parisciani, noto storico francescano. Ciò che è documentato, comunque, è che dal 1579 i Francescani Minori Conventuali – gli stessi presenti presso la tomba del Poverello in Assisi – sono a Mondolfo nel bel convento dedicato al martire S.Sebastiano.
A S.Sebastiano, protettore contro i mali contagiosi, si erano infatti votati i nobili ed i popolani di Mondolfo nel 1479, promettendo di edificare una “edicola”, cioè una piccola chiesa, nel caso in cui la città fosse passata indenne dalla peste nera che serpeggiava per la Regione. Scampato il pericolo, la Comunità tenne fede al voto tant’è che già nel 1519 il priore del convento agostiniano di S.Maria di Mondolfo celebrava nella nuova chiesa “l’offitio” del santo, nel 1527 la chiesina era tutta intonacata e nel 1529 era completamente terminata la posa dei mattoni del convento. L’ingresso dei Francescani, avvenne però solo più tardi.
L’iniziativa fu di fra Baldassarre Savolini, mondolfese, il quale promettendo di costruire una nuova chiesa più ampia e bella in luogo dell’esistente, addossandovi un conventino adatto per tre sacerdoti, otteneva il 6 luglio 1578 il sì del Consiglio comunale, a condizione, fra l’altro, che la nuova chiesa avesse mantenuto il titolo di S.Sebastiano. Ricevute le altre autorizzazioni necessarie, nel 1579 – esattamente a cent’anni dalla scampata peste – i Frati Minori Conventuali erano a Mondolfo. Subito prendevano avvio i lavori per la nuova chiesa e per il convento. Se quest’ultimo era già terminato nel 1584, connotato dal chiostro con al centro la cisterna ed attorniato da 16 stanze, la chiesa – già a buon punto nel 1583 – veniva solennemente consacrata solo nel 1585 dal mondolfese Angelo Peruzzi, Vescovo di Sarsina, fatto attestato dalla lapide presente nell’ingresso della chiesa.
Scampato alla soppressione dei conventini voluta nel 1631 da papa Urbano VIII al fine di chiudere quelle case religiose che non avevano fondi sufficienti per decorosamente mantenere i propri frati (forse grazie ad un interessamento della potente famiglia mondolfese dei Giraldi Della Rovere), S.Sebastiano non riuscì però a sopravvivere alla soppressione – dovuta agli stessi motivi – imposta da Innocenzo X nel 1652: i frati partirono lasciando chiesa e convento nelle mani del Vescovo di Senigallia.
Ma l’amore verso i francescani non si spense a Mondolfo e, grazie ad alcuni lasciti che avrebbero permesso il sostentamento di diversi frati, si poté chiedere a Roma la riapertura del Convento, che si vide nel 1680. Con il ritorno dei frati, si iniziarono subito a risistemare gli edifici: prima i locali conventuali, poi la chiesa, che è quella attuale, in chiaro stile vanvitelliano, aperta ai fedeli il 4 ottobre 1760. Nell’abside, la pala dipinta nel 1757 da S. Ceccarini per volontà del Comune di Mondolfo; rappresenta la Madonna col Bambino, S.Francesco e S.Sebastiano. Suggestiva la veduta della città fortificata di Mondolfo, posta fra i due santi, così come appariva nel secolo XVIII.
Trascorsero altri 50 anni, e la bufera napoleonica colpì pure le case religiose presenti a Mondolfo: il Monastero di S.Anna, i Conventi di S.Agostino e di S.Sebastiano furono chiusi, ed i loro beni dati in appannaggio al principe Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia. I Francescani, pagando l’affitto, riuscirono però a restare nel loro conventino di Mondolfo, officiando regolarmente la chiesa.
Con il ripristino dello Stato Pontificio, i minori conventuali tornarono proprietari di S.Sebastiano: nel 1836 si realizza il nuovo organo opera dei fratelli Martinelli di Fratta Perugina (oggi Umbertide) e nel 1850 inizia la costruzione del campanile (finito solo a metà del XX secolo).
Nel 1852, però, su richiesta del Vescovo di Senigallia, il convento veniva ceduto dall’Ordine francescano, per essere trasformato in casa estiva per i seminaristi della diocesi: i frati partivano nuovamente da S.Sebastiano.
Dopo che nel 1862 le monache benedettine di S.Cristina, estromesse dal loro monastero di Senigallia dalle leggi eversive sabaude, vi ebbero dimorato per un decennio, dal 1904 al 1916 furono i Frati dell’Ordine della Penitenza ad officiare S.Sebastiano. Quando partirono, vendettero il convento che fu in gran parte atterrato dal nuovo proprietario, con grande scempio, sino a che – ricomperato il convento – i francescani vi fecero ritorno il 1 agosto 1936.
Fra i frati illustri che dimorarono nel convento di S.Sebastiano, non possiamo dimenticare p. Alessandro Borroni (1820-1896) insigne compositore di musica sacra e Maestro di Cappella nella Basilica di S.Francesco in Assisi e p. Girolamo Maria Moretti (1879-1963), fondatore della scienza grafologica moderna, che – a Mondolfo dal 1940 al 1959 – proprio in questa città compilò molti dei suoi saggi noti nel mondo. A lui è oggi intitolata la Cattedra Internazionale di Studi Grafologici presente a Mondolfo, presso il Convento di S.Sebastiano.
Alessandro Berluti